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juan de mairena

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Agenti sotto copertura dei nostri giorni

mementoIl caso de Benoist
(uno dei tanti)

Una lettera a Luciano Lago
(di controinformazione.info)

Il miglior modo di disinformare il nemico è fargli credere
d’essere dalla sua parte.
Lao Tzu
(L’arte della guerra)

Aprile 2016

Memento
Dobbiamo intendere penso l’11 settembre come una sorta di “macchina della verità” e sottoporre tutti i soggetti con cui veniamo in contatto ai suoi test pressoché infallibili. Il responso del resto è semplice: se alla domanda – Chi sono i perpetratori dell’11 settembre 2001? – uno risponde «una congiura araba» o simili, allora questo individuo è un agente sotto copertura degli Stati Uniti, o a contratto e quindi al loro servizio esplicito, oppure a sua insaputa, il che è ancora peggio, giacché questo soggetto è asservito ai dominanti odierni persino senza saperlo e fa dunque il loro gioco, qualunque cosa dica (e anzi a ben vedere proprio perché dice qualcosa, in qualsiasi occasione la dica). Precisamente il caso di de Benoist (DB).

Forlí, 29.4.16

Caro Luciano,

immagino che tu abbia avuto modo di dare un’occhiata al saggio di DB che ti ho segnalato (A. de Benoist, 11 settembre 2001, in Diorama letterario n. 249). Ne ho parlato anche con Emanuele al telefono. Anche lui è scettico sulla possibilità di poter dire qualcosa di significativo in quel contesto. In questa conferenza di Modena sul Trattato transatlantico il prossimo 7 maggio lo show è tutto del signor DB e dunque è assai difficile che uno possa fare un ragionamento pacato per farsi intendere dai presenti.
Gli si possono però contestare le sue indecorose analisi dell’11 settembre, del tutto allineate sia a quelle di tutta la tribù marxista e di sinistra del tempo (in testa la Rossana Rossanda e il Manifesto, e poi Costanzo Preve, Gianfranco La Grassa, Marco Revelli, Franco Piperno, questo agente del Viminale ai tempi di Moro!, Massimo Fini, e poi Baudrillard, Ciccarelli, Barnard, e via dicendo), nonché a tutto il resto del pensiero liberale occidentale (di destra, conservatore, neocon ecc.), sia il che è ancora più grave con le spiegazioni del governo Bush all’epoca in carica!
Questo DB è un agente sotto copertura degli Usa come tutti gli altri, e così dicendo gli faccio pure un favore e gli rendo omaggio, giacché se non lo fosse sarebbe ancora peggio. Diventerebbe solo un candide fuori tempo che come un megafono ripete a sua insaputa gli argomenti dei dominanti e li diffonde tra la gente comune, come ha fatto Noam Chomsky a suo tempo insieme a Samuel Huntington (primo firmatario all’epoca dell’infame lettera degli accademici d’America in appoggio a G. W. Bush: Waht we’re fighting for, leggere–in rete–per credere! Vedila qui: www.americanvalues.org, l’ho tradotta ne La logica del principio determinante del 2006), due personaggi non a caso stimati e apprezzati da DB nel suo scritto.
Non solo DB ripete come un disco rotto gli argomenti somministrati dall’esecutivo Usa ai media mondiali (d’altra parte sono di proprietà del capitale finanziario) – è stato un attentato arabo contro «i simboli della potenza americana», gli attentatori arabi – testuale: «alcune decine di fanatici» – armati di taglierini hanno dirottato tutti gli aerei, le due torri sono crollate (erano tre e nemmeno lo sa! Non a caso come vedremo) a seguito del «terrorismo islamista», gli attentati sono stati “un contraccolpo” (tesi di Chalmers Johnson, nemmeno sua quindi) causato dalla politica estera Usa, ecc. ecc. –, ma fa ben di più, come tutti gli agenti sotto contratto, tenuti a svolgere contemporaneamente una serie di incarichi. Oltretutto, si noti il fatto che ripetendo per cento volte “terrorismo islamico” DB fa anche credere ai suoi ignari lettori che esista davvero un autoctono terrorismo arabo, proprio quello che volevano i perpetratori che così presentano a contrario una loro creatura come figlia legittima dell’Islam radicale e dai suoi «fanatici religiosi»!! (Ma quanti servizi rendi DB agli Stati Uniti?! Tutti gratis? Possibile mai?).

►In primo luogo, non si occupa minimamente dei fatti e delle prove fisiche disponibili: non ha il minimo interesse per qualunque studio delle prove forensi e come un viandante qualsiasi capitato per caso sulla scena del crimine parla di cose che non conosce e delle quali non sa niente. Nessuna documentazione in proposito, né tanto meno una qualche analisi dei fatti accertati. Niente di niente: la realtà empirica non esiste per DB. Nemmeno esiste per il signor DB la monumentale mole di materiali e di analisi prodotte in questi anni negli Usa dal movimento per la verità, una pubblicistica letteralmente ignorata dal signor DB. In altre parole, il signor DB è un ciarlatano e un pill peddler (questo bada bene nel peggiore dei casi, nel migliore è un ANT come lo è stato ai suoi tempi Toni Negri), come tutti coloro del resto che cianciano senza sapere di che cosa stanno parlando (e sono una folla, specialmente tra i marxisti, i geopolitici, i filosofi, i politologi, ecc.: d’altro canto, come nella migliore tradizione dei tuttologi, DB ha scritto – così almeno ci viene detto – «su una miriade di argomenti» in ragione della «sua innata poliedricità e per la sua insaziabile curiosità»: cfr. www.filosofico.net Alain de Benoist – questa presunta “insaziabile curiosità” a quanto sembra pare però già satolla, visto che non contempla infatti alcun desiderio di conoscere la verità sull’11 settembre).

►In secondo luogo, avendo incorporato nella sua mente, sempre nel peggiore dei casi, la spiegazione dei perpetratori il signor DB non può in alcun modo essere in grado di render conto dell’ordine mondiale attuale emerso dall’11 settembre, né può in alcun modo additare a chicchessia le reali causa dell’attuale geopolitica planetaria Usa. Chiedergli di farlo, nelle condizioni date, sarebbe come chiedere un passaggio al proprio sequestratore (oppure in alternativa allo stesso Bush: d’altra parte chi ne copia gli argomenti cosa fa se non ricalcare le orme di un suo script? Precisamente quello che fa DB).

►In terzo luogo, tutte le spiegazioni della politica internazionale fornite dal signor DB nel suo documento sono solo un cumulo di ciarpame, sia perché sono solo rimasticature delle interpretazioni distillate dai centri studi Usa (i famosi think thank a cui si abbeverano tutti quanti: marxisti in primis, e poi geopolitici, sovranisti alla D’Andrea, ecc.) da cui vengono prese le informazioni (del tutto fabbricate beninteso ma bevute da DB come oro colato), sia perché in conseguenza di questa loro natura sono solo depistaggi e red herring ad uso e consumo dell’establishment statunitense (a cui DB è legato a doppio filo, sempre a sua insaputa nel peggiore dei casi).

►In quarto luogo, senza timore reverenziale alcuno nei confronti della coerenza logica (ma gli ANT non ne hanno bisogno e sono dispensati dal farne uso: mica sono come i comuni mortali!), dopo aver introiettato la spiegazione dei perpetratori ed averla fatta propria il signor DB in un altro suo scritto (cfr. www.filosofico.net: Alain de Benoist) si autodefinisce «un antiamericano», perché – testuale – «il nemico principale, sul piano politico e geopolitico, sono gli Stati Uniti», precisamente come fece a suo tempo la Rossana Rossanda, in nome e per conto beninteso di tutta una cultura “di sinistra” e marxista internazionale (vedi Il porto delle nebbie per un’ampia documentazione a tal proposito), quando pochi giorni dopo l’11 settembre, più o meno in contemporanea con lo scritto di DB, fece uscire sul Manifesto un suo articolo intitolato: Note di un’antiamericana (comoda false flag giornalistica, i giornalisti sono maestri in questo!, per fare sottobanco l’apologia degli Usa sposandone la spiegazione degli eventi, sempre a sua insaputa naturalmente, nella peggiore delle ipotesi: se l’ha fatto la RR allora lo fa anche DB oggi ovviamente).

►In quinto luogo, il signor DB mente spudoratamente anche ai suoi ignari lettori e all’opinione pubblica più in generale quando – sempre dopo aver fatto propria la versione ufficiale degli avvenimenti ed aver dunque sposato con indissolubile matrimonio cattolico romano una spiegazione dell’11 settembre come frutto di un complotto (lettura delle cose suggerita dalla stessa amministrazione Bush, è bene ricordarlo, e dunque per l’ennesima volta non sua) – sostiene di essere «agnostico» in merito alla “tesi del complotto” (cfr. L’esperienza della nouvelle droite. Intervista a cura di Alessandro Capra, 2010, in www.storicamente.org).
In pratica, DB ci vorrebbe far credere, e purtroppo se nessuno lo smentisce ci riuscirà, che dopo essersi bevuto una spiegazione dell’11 settembre basta su una presunta congiura araba, confezionata per di più dai perpetratori, egli sarebbe agnostico di fronte all’ipotesi che una macchinazione dell’esecutivo in nome e per conto del capitale finanziario Usa possa essere responsabile dell’evento! Cosa si dovrebbe pensare di una persona che si credesse sobria solo perché non sa di essere ubriaca? Definireste agnostico (ma per quel suo giudizio una bella etichetta alla Ponzio Pilato sarebbe più opportuna come catalogazione) voi un credente che si professasse laico? Ma non è ancora finita.
Il signor DB, non ancora contento evidentemente delle vette surreali scalate finora, tanto ci fa sapere di non avere «molta simpatia per il “cospirazionismo”», quanto pensa anche, e ce lo dice persino!, che «il problema con la teoria del complotto» stia nel fatto che ci mette davanti a «delle ipotesi inverosimili». Sfido chiunque a trovare un mondo più alla rovescia di questo! E si tenga conto del fatto che simili tesi sono sostenute da un soggetto che tanto ha fatto della spiegazione ufficiale – di una teoria del complotto arabo distillata dall’esecutivo Bush – la sua chiave di lettura della realtà persino planetaria, quanto vorrebbe illuminare con una sorta di “buco nero” intellettuale la storia geopolitica più recente del mondo! In altri termini, DB mette alla rovescia anche Lao Tzu. Se questi suggeriva di non maledire le tenebre ma di accendere invece una lanterna per poterci vedere meglio, DB proietta un cono d’ombra nero come la pece sul mondo e pretende d’illuminarlo. E simili personaggi dovrebbero renderci edotti dell’effettivo stato delle cose? Si potrebbe mai chiedere moneta sonante ad un falsario? Ma che credito si potrà mai concedere a tali venditori di fumo, a questi veri e propri «ruminatori di nebbia»? Ma come può uno che non ha capito niente del mondo, spiegare il mondo? Come potrà mai un agente dei dominanti dirci la verità o qualcosa di sensato e di credibile in merito a differenza/identità, antiuniversalismo/difesa delle diversità, scienza/conoscenza, oppure ancora su americanismo/europeismo, individualismo/comunitarismo, e via discorrendo. Si potrà mai credere a un impostore?
Oltretutto in questa ennesima occasione (di nuovo a sua insaputa? Ma non è un po’ troppo?) il signor DB dà nuovamente prova della sua esemplare noncuranza per ogni coerenza dell’argomentazione a cui tutti gli esseri umani dovrebbero essere tenuti in linea di principio (ma non è persino Dio soggetto ai vincoli della logica?) e a cui ancora oggi nondimeno noi siamo tuttora affezionati. E poi come il suo omologo giureconsulto l’italico Stefano D’Andrea, il signor DB si atteggia anche a stratega dell’intelligence («Contro il terrorismo, la prima arma è l’infiltrazione, la raccolta e il controllo delle informazioni»), pontifica su una presunta «guerra asimmetrica», sulla natura di un ipotetico «terrorismo globale» (sempre islamico naturalmente) che «non dipende da niente» («Gli Stati Uniti sono stati colpiti da un nemico invisibile e senza nome»), su «un iperterrorismo prodotto dalla globalizzazione» («Il crollo della “fortezza America” dimostra che nessun paese è più al riparo dall’iperterrorismo»), di “atti di guerra” contro gli Usa, di «nemici senza volto e senza nome» che l’11 settembre avrebbero «resi obsoleti nell’arco di qualche minuto le navi da guerra, le bombe atomiche, gli F-16 e i missili da crociera», e via discorrendo di questo passo di falsa pista in falsa pista (o anche se si vuole da un’impostura all’altra). Ma non è ancora tutto.

►In sesto luogo, infatti, il signor DB, per l’ennesima volta a sua insaputa (sempre nella peggiore delle ipotesi, ma si tenga presente anche l’alternativa), ma sulla scia delle precedenti argomentazioni surreali, finisce anche col condividere l’idea che i complottisti siano in fin dei conti solo degli insani di mente. Poiché si è bevuto la spiegazione ufficiale dei fatti, DB è costretto volens nolens anche a condividere l’aggressivo linguaggio con cui i perpetratori bollano le interpretazioni alternative dell’11 settembre. Queste ultime vengono infatti additate alla pubblica opinione, con intenti deterrenti preventivi, come demenziali, febbricitanti, vaneggiamenti e assurdità (questo è Barnard), mentre il sovranista italico Paccosi nel 2015, sulla scia questa volta dell’esimio Roberto Ciccarelli anch’egli dell’onorata famiglia del Manifesto, a sua volta le definisce come «emotivamente instabili», «oscurantiste e reazionarie», «infantili», «idiozie», «deteriori» e chi più ne ha più ne metta, addebitando loro tra l’altro tutti i mali del mondo (cfr. il mio Lettera aperta ai compagni di viaggio per un’analisi degli sproloqui di questo personaggetto). Il tutto sulla scia naturalmente dei loro committenti americani, tra i primi naturalmente lo stesso esecutivo Usa, poi il DoD col suo omologo politico DoS e poi Chomsky, Alexander Cockburn, ecc. ecc., i maestri d’oltreoceano che tra le varie altre cose hanno insegnato loro anche a fare di tutt’erba un fascio, così giusto per distinguere meglio il grano dal loglio. Non solo.
Oltre a incorporare nella sua visione delle cose cotanto viatico, il signor DB si trova anche in compagnia dell’esimio Christopher Farrell, a suo tempo ufficiale dei servizi di intelligence dell’esercito Usa e direttore del think tank necon “Judicial Watch” l’11 settembre 2001. Nel 2006 Farrell ha infatti dichiarato insani tutti coloro che non condividono la spiegazione ufficiale, consigliando il loro ricovero in una clinica psichiatrica specializzata (di tipo militare probabilmente, vista la sua pregressa professione) per un adeguato trattamento terapeutico (si veda il mio Il porto delle nebbie in merito). E così il signor DB è passato gradualmente dalla scarsa simpatia per i complottisti alla loro reclusione in apposite case di cura gestite da personale in uniforme (l’infausta diagnosi attestante la loro insania però lui non l’ha stilata: si è solo limitato a sottoscriverla). In fin dei conti, per paranoici affetti da paranoia e con la schiuma alla bocca e che si sono bevuti il cervello – secondo la preclara prognosi di Cockburn, il maestro supremo di tutti gli italioti, dietro il quale si allunga però l’ombra di Chomsky – tale misura è stata pensata persino per il loro bene: non si sa mai che si facciano male da soli andando in giro a seminar discordia.

►In settimo e ultimo luogo, il signor DB è riuscito a infilare tutte le precedenti perle senza sapere un’acca del modo di produzione capitalistico né avere la più pallida idea di che cosa sia il capitale, regolarmente e ripetutamente confuso con «mondo liberoscambista globalizzato», con una «mercantilizzazione integrale dei rapporti sociali», con una «globalizzazione occidentale-liberale» che assegna «la priorità assoluta» tra le molte altre cose «alla logica del profitto e alla legge del denaro», senza sapere minimamente che cosa esattamente siano queste due ultime rubriche economiche, né di che cosa consti la loro natura. Dell’ennesima serie: quando non si sa quello che si dice. Il signor DB inoltre non sa letteralmente nulla di simbiosi tra grande capitale industriale e finanza di Wall Street o financial community di New York come meglio la connotano gli studiosi statunitensi di cui ignora volutamente l’esistenza, di conseguenza niente sa di capitale finanziario Usa, di imperialismo monetario, di Mike, di dollaro come WRC, di money supply, di Fractional Reserve System, di seignorage tax, di oil bill, di monetizzazione del debito, di FED, di oro-denaro, di denaro, di moneta, di legal tender, di signoraggio bancario, di SMB, della war machine del Pentagono, del MIBAC, ecc. ecc., insomma non sa nulla di nulla dei numerosi pilastri dell’odierno imperialismo Usa, pur discettandone in continuazione nello stile classico del ciarlatano. Stendiamo poi un velo pietoso sulla sua conoscenza del pensiero scientifico, nulla quanto quella dei marxisti.
Un soggetto con una forma mentis così integralmente preformattata (dicono i francesi con una loro suggestiva icona) dai dominanti e dai loro argomenti prefabbricati, cosa potrà mai saperne di libertà/differenza dell’essere umano, di difesa della diversità e delle diverse identità, di identità europea, della critica di una «ideologia americanista» che si porta viceversa in seno, e si è visto con quali e quante caratteristiche, di una presunta «morale aristocratica fondata sull’onore» (ma quale, quello degli agenti sotto copertura?), della comunità di vita del soggetto (quale? Quella della Company di Langley?), di una supposta «democrazia federale basata sull’autonomia» (bella questa detta da un fiduciario degli Usa!)? (in merito a tutte queste ulteriori imposture cfr. di nuovo www.filosofico.net: Alain de Benoist).
Inutile dire che tutti questi sproloqui sulle diversità nazionali, sulle identità nazionali, sulla tradizione, ecc. sono puro fumo ancora, semplice cortina fumogena che non vuol dire niente perché è fatta di nulla, pura aria fritta. Anzi, viste alla luce di tutto quanto sopra anche gli ultimi enunciati del signor DB non sono altro che l’ennesimo servizio reso agli interessi degli Stati Uniti. Che ora venga in Italia a tenere una conferenza sul Trattato transatlantico caldeggiato proprio dagli Usa, non è altro che l’ennesimo paradosso distillato a nostro esclusivo danno dai tempi attuali. Sarà meglio che se ne renda conto chi vi prenderà parte. Come si diceva una volta?
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Forlì, 29 aprile 2016 F. Soldani