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Lettera di Alina L., babushka della Madre Russia, dai sotterranei della Casa dei Sindacati di Odessa

 

Buongiorno a voi, sono Alina L., l’unica superstite della strage del 2 maggio 2014 a Odessa, presso la Casa dei Sindacati. So che non la ricorderete, questa orribile pagina: da voi non esiste più la memoria storica.

Sapete, questa strage l’hanno fatta i vostri eroi.

Quel giorno mi sono salvata dalla furia dei golpisti di Maidan e degli hooligans rintanandomi nei sotterranei, da dove vi scrivo. Sono rimasta sepolta qua sotto per quasi otto anni: non mi ha aiutata nessuno, non ne ho avuto bisogno.

Dentro di me c’è la Madre Russia: lei aiuta tutti, non guarda in faccia se sei russo, americano, tedesco, italiano, brasiliano, congolese, minutriano.

Ho sopportato tutto questo tempo senza poter sapere tante cose che, se le avessi sapute, sarei uscita da questa caverna immediatamente. Ma non avevo davvero la possibilità di sapere stando qua sotto, non avevo i mezzi tecnologici che avete voi, che invece potevate sapere e non avete voluto sapere.

Avrei saputo che per otto anni i nostri fratelli di Madre Russia abitanti nel Donbass sono stati bersaglio di attacchi a ripetizione, ostaggi dei campi minati, delle scuole bombardate a piacimento, di uno stillicidio di distruzioni di case, uffici, negozi, tutta roba di gente come voi e noi. Chi faceva queste cose erano fratelli nostri comandati da un governo ucraino messo lì dai vostri governanti americani ed europei: un governo assassino fatto dagli eroi di Maidan e dagli stragisti di Odessa: veramente poche persone in tutto, e lontane da noi, fratelli e sorelle di Madre Russia, ucraini o russi o bielorussi poco importa, perché siamo pur sempre anime che vogliono vedere la vita Istina (la Verità).

Avrei saputo che i vostri eroi, comandati a bacchetta da Nato e Unione Europea, si sono opposti per anni a qualsiasi soluzione pacifica sabotando certi accordi fatti in Bielorussia e continuando ad armare eserciti di popoli fratelli per accerchiare la Madre Russia di tutti quanti.

Cosa assurda, ma essi non lo sanno: accerchiare lo spirito profondo della vita! Non è mica solo una cosa umana, diceva mia sorella Agafia. Questo spirito ti sguscia fuori da tutte le parti se cerchi di costringerlo. Quale cieca follia…

Avrei saputo che un virus è stato usato dai governanti occidentali, e anche un po’ dai nostri, per provare a far servi tutti per tutta la vita, giocando con certi marchi quadrati o con degli spilli infilati sotto i capelli. Servi per tutta la vita, avete capito, voi, che avete i mezzi per sapere?

Che Madre Russia ci abbia in cura, sciagurati e no.

Ieri mattina presto, infine, l’apparizione che aspettavo da otto anni, vissuti senza poter sapere niente: saran state le quattro o le cinque e l’Arcangelo è venuto a svegliarmi.

Alina, destati, fra poco sentirai qualche rumore di fondo e saprai: la Madre Russia è tornata. Esci fuori da questa caverna e va’ a scoprire quello che non sai.

Frastornata ma felice, mi vesto ed esco. Chiedo un po’ in giro, tutti parlano e mi raccontano tutte quelle cose che voi avreste potuto sapere. Tutti loquaci e disponibili, meno quei pochi mascherati che girano in strada come i dottori in sala operatoria.

I cani occidentali abbaiano senza guinzaglio: un grande segno di bene e libertà per noi. Altri occidentali ben vestiti dicono che ci manderanno nuove sanzioni e multe colossali: benissimo, sono cose a forma di boomerang.

Faccio per andare in chiesa – sono quasi otto anni che non calpesto quel legno – e il pope lo trovo fuori.

Alina, bentornata, la Madre Russia sia con te. Nonostante ci sia toccato di vivere nel sottosuolo adesso è venuta l’ora di venire fuori e di darsi alla gioia e alla vita all’aria aperta.

—  Farò come dice, mio mugik. Ma solo di giorno, perché di notte tornerò sempre nei sotterranei a contemplare e a scrivere. La Madre Russia mi ha dato la vita, ma non è bene abusarne… Basta così poco per rovinare un risveglio…

A domani, starec!

E domani dirò: «Ho un giorno di vita ancora?».

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