Ireneo Corbacci
[…] perché le guerre sono ormai di ogni tipo, insomma, incluso questa della natura contro gli esseri umani […]
Lucia Annunziata in tivù, 22 marzo 2020
Due sere dopo ci ritroviamo, sempre gli stessi amici. Siamo venuti a piedi, questa volta: all’imbocco della carrozzabile che s’inerpica fino al bar hanno messo dei cartelli con su scritto: EMERGENZA COVID-19: VIETATO SCALARE LE MONTAGNE. Non ci resta che calpestare i sentieri coperti dai rovi con in mano il falcetto: da queste parti sono ormai decenni che sulle vie che portano al lampo ci strisciamo la tempie solo fra di noi, quattro gatti e cento pensieri in fiore, come disse l’Incurante di Pavia.
Stof è arrivato prima di noi e rimesta le braci nella stufa. Io porto quattro patate da fare nel camino: patate, perché non vorrei morir dal ridere vedendo un asino mangiare fichi su un vassoio elargito da qualche ente caritatevole o filantropico…
Adulti o vaccinati?
L’Eustachio propone la traccia. Con la pandemia procurata, dicono certi pifferai, la natura è entrata in guerra contro gli esseri umani: la sua è una rivolta interiore irrefrenabile, a quanto sembra. Gli uomini, stando fuori di Lei, l’hanno fatta stancare: da ultimo, Lei ci manda il presente virus.
E propone a noi un suo originale raccontino…
Il papa Francesco d’Assisi OGM si è prostrato a tappetino, intimando a tutti di obbedire alle autorità: la natura deve essere proprio furente, urgono ripari e nuovi pipari. Immobile in assetto prono, il pontefice OGM si è poi rivolto al suo Signore Dio che tuttavia men di niente può in questo caso, essendo lui in primis dalla natura estraniato per dottrina ortodossa. Notoriamente scarsino in teologia, BergOGM non ha ben compreso cosa significa la creatio ex nihilo della natura da parte di Dio. Nella sua trascendenza, Egli trae la natura dal nulla e con essa non ha commercio per l’eternità. Allora, se adesso (come sempre del resto) la natura si arrabbia con gli uomini, sono tutti affari degli uomini. Lui non c’entra e non ha senso pregarlo. Ma il vescovo di Roma nel ruolo attivo non si dà pace per questo e, nonostante la querelle in corso con l’altro vegliardo sulla questione del celibato dei preti, telefona proprio a lui, al papa emerito, di lui ben più ferrato in fatto di teologia. «Hai visto com’è inferocita la natura? Hai visto che virus ci ha mandato? Che facciamo se nemmeno Dio, da me pregato, risponde?». Dopo una pausa pesantissima di ventotto secondi, Ratzinger, il ministro di Pietro nel ruolo contemplativo, replica con un fil metallico di voce: «Lascia stare. Non è roba per te. Come diceva quel tale: o siamo uomini o siamo caporali».
Infatti è roba per lui, e lui lo sa. Cosa fa allora il teologo? Comincia a leggere. Ma quando incontra l’ukaz del quotidiano “Repubblica” ha un soprassalto che gli spodesta la papalina… La natura ha prodotto il coronavirus: gli uomini non ci hanno messo becco, sentenzia il foglio sub-dipendente. Ma Ratzinger non ci sta. Chiama un virologo molto vicino al Vaticano, già collaboratore della Pontificia accademia delle scienze…
«Vede, Santità, le posso dire che sono in pochissimi a sapere dove e come è nato per davvero questo virus. E non verranno certo a raccontarlo né a Lei né a me. Si tratta di un virus nuovo, appartiene ai corona virus, che sono una grande famiglia. Anche il comune raffreddore – ci pensi, Santità! – è causato da un corona virus. Non è un virus terribile, non causa troppi morti ma in compenso è estremamente infettivo. Nelle persone sane di norma non dà segni clinici, ma tra coloro che più hanno vissuto, magari abbondantemente impasticcati, specie in presenza di patologie polmonari o di altri acciacchi, può far davvero male. Ma mai da solo, agisce sempre in compagnia. Mi segue, Santità?».
«Sì, sì, la seguo, ma io voglio sapere, e spero che lei intenda bene, se questo virus è naturale, cioè a dire se viene in tutto e per tutto dal Nostro Dio Artefice di Tutto dal Nulla oppure no. Se, cioè, c’è stata la manina umana che ha preso qualcosa creato da Lui e ha fabbricato qualcos’altro».
«Mi perdoni, Santità, io sono un umile virologo e comprendo come posso le cose di quaggiù. Una volta ascoltai un filosofo, allievo perduto di non ricordo chi, che usava una strana espressione come fosse uno scovolino da denti…».
«Quale espressione, nel nome di Dio?».
«Dio ossia la natura».
«Ah, il cane, l’ennesimo gran cane» – prorompe il papa emerito alzando impercettibilmente il ciglio destro speculativo.
«Santità, non volevo provocare in lei alterazione. Quel filosofo usava certi paroloni, ma io nel mio umile ufficio capisco solo questo: che Dio l’Altissimo e Onnipotente fa tutto il Bene che vuole ma sempre avendo qualcosa in mano e qualcosa in testa, altrimenti… Voglio dire che se questo virus l’ha messo in giro Lui l’ha fatto per il nostro bene, a noi imperscrutabile s’intende, modificando altri virus che giravano già. Sa, ce ne sono miliardi e miliardi, buoni e cattivi, non è che uno come Lui faccia fatica a reperirli».
«Lei non comprende: Dio non trova nulla nel nulla, Dio crea tutto, anche i virus, dal nulla. Quindi la sua sua ipotesi cade. Mi dica piuttosto dell’ipotesi di un intervento solo umano».
«Ah, qui il discorso si fa più lungo, anche se tutto è più semplice, Santità. Nel 2014, quando in Africa ci fu l’epidemia dell’Ebola, uno scienziato liberiano fece degli studi approfonditi e arrivò alla conclusione che il virus era stato ingegnerizzato in laboratori del Pentagono. Ingegnerizzato per noi virologi vuol dire cambiato, modificato da qualcosa di virale preesistente. Non possiamo creare niente di nuovo dal nulla, Santità, ma manipolare qualcosa sì: un po’ come dei maghi che, quando sono bravi, fanno il gioco di prestigio e riescono a nascondere il trucco che fanno al virus, ma non possono farlo senza il virus… Poi ne fanno magari anche delle varianti che vengono messe in circolazione e sembrano indipendenti dal giochino iniziale, ma non lo sono! Questo può fare la mano umana. Lei è anche uomo di mondo, Santità, quindi capirà che se da un lato non posso gestire un impero finanziario con le sole avemarie, dall’altro non posso nemmeno provare a vincere una guerra con la Cina soltanto alzando i dazi. Se voglio muovere guerra devo mettere in difficoltà e, soprattutto, confondere l’avversario: ecco allora che un virus ben manipolato può portarmi in breve tempo più risultati di qualsiasi altra mossa fatta con qualsiasi altra arma. E il bello è che il virus lo posso usare nelle sue diverse varianti in tante aree del pianeta a costo zero, mica devo far spostare truppe e mezzi, e così posso ammaestrare i governanti di molti paesi, a partire da quelli del paese dal quale muovo la guerra, gli Stati Uniti, poniamo. E il virus è meglio che lo faccia diffondere un po’ dappertutto per li rami, se è vero che la mia homeland è l’intero pianeta, a partire ovviamente dal territorio metropolitano statunitense, che disgraziatamente pullula di poveri diavoli già dissociati e assolutamente sacrificabili per un fine superiore. Le ricorda qualcosa la pulvirificazione a mezz’aria di quelle torri a New York l’11 settembre 2001?».
«Lei mi rassicura, anzi no. Nostro Signore non c’entra, è tutta opera del Maligno e della canaglia umana che andrà governata da noi, come sempre. Preghiamo…”.
S’alza in piedi il Marulla e dice che no, che la questione è molto più prosaica e tutto verrà condotto verso la vaccinazione di massa con eventuale installazione o inoculazione di microchip. Se è vero che Dio stesso è soggetto ai vincoli della logica, Dio non potrà che stare a guardare l’evolversi degli eventi umani da Lui stesso resi, a questo punto, necessari. Vaccinazione globale in nome di Dio. E Lui non potrà farci niente: perché ha già fatto tutto nella sua infinità senza tempo. Se la natura muove guerra agli esseri umani Dio Misericordioso potrà soffrirne senza ragione, essendo in Lui già tutto scritto da prima della notte e dei tempi. In ciò Dio rivive ciò che non ha senso per Lui e nemmeno per noi… Solo che Lui è in apparenza scampato all’insensatezza, noi invece la paghiamo tutta. Dove sta il Benigno? Ma dove è sempre stato: nel mistero che maschera una cinica e stupida porcheria.
Stof vuole fare la cronistoria della pandemia e denunciare i criminali nichilisti che vanno in giro, peggio degli untori certificati, a spargere il mantra non tutti possono venire nel futuro. L’intento è encomiabile anche se i mezzi per farlo, ad oggi, sono quelli che sono, cioè quelli costruiti dai dominanti.
In questo clima, anche gli insider e gli spifferatori d’ogni risma mostrano sconforto. Uno racconta che in ambito sanitario alto (privato com’è il pubblico) sapevano da anni che sarebbe arrivata la pandemia: in riunioni su riunioni, panel, workshop e vari consessi ameni avevano discusso e inscenato simulazioni di futuro lavoro. La natura era stata avvertita. O meglio: una parte di essa ne aveva avvertita un’altra. Meglio ancora: la stessa identica natura avvertiva se stessa del danno a se medesima preparato al suo interno. Un inside job in natura.
Ma allora la natura c’entra eccome. Certo, se togli il trascendente cosa rimane?
Ma ecco intrufolarsi l’analisi dell’esperto geopolitico schmittiano di area sovranista costituzionale che, dal suo balcone, comodamente assiso nella sua poltroncina in vimini ikea, pontifica postando video a colazione pranzo e cena:
«In Geopolitica se uno non si fa distrarre dalle psy-op l’analisi è sempre chiara. La Cina aveva saputo sfruttare a proprio vantaggio la globalizzazione a guida americana e non ha mai voluto accettare accordi del Plaza: quindi andava fermata. Ovviamente, non la si poteva bombardare nel solito modo convenzionale e meno che mai in quello nucleare, ma con un virus sapiente si è rotta quella forma di globalizzazione che la faceva sempre più forte. Certo, così ci saranno parecchi morti anche in Occidente…».
Le mie quattro patate come stanno? Le traggo fuori dalla cenere del camino e verifico (non sono un uomo di scienza…) il grado di cottura. Ci siamo: prima decisione. Procediamo dunque con lo spuntino notturno: seconda decisione. Propongo di dedicarlo all’evasione prossima ventura dai domiciliari: brindisi al carattere di massa della fuoriuscita. Prova delle patate nel mangiarle: buone, c’è accordo fra noi, quindi decidiamo di misurare ciò che è misurabile e di pubblicare l’inatteso risultato: il consumo di queste patate ha prodotto un netto aumento delle nostre difese immunitarie. Ma non mi sogno nemmeno per un attimo di spacciare come oggettivo e patrimonio dell’umanità il risultato di due mie decisioni arbitrarie frutto, fra l’altro, di un esperimento condotto in un ambiente saturo di virus di ogni tipo, compreso quello della pandemia…
L’Eustachio a questo punto opina che sarebbe meglio non insistere oltre nella nostra seduta notturna: potremmo provocare contro di noi la guerra della natura invocata dall’Annunziata, con susseguente rilascio di nuovi agenti patogeni. Andiamo a letto ma fra qualche sera, se non presidieranno anche questi sentieri col machete, ci ritroveremo ancora al bar della baita.
Buonanotte anche al drone che ha fotografato il tetto.
- Continua.. Andrà tutto… nella pandemia del capitale (seconda puntata)
Questo post è archiviato sotto
Senza categoria.