Pubblichiamo volentieri questo intervento di Marina Minicuci sul M5S. Intanto le sue analisi ci danno un ritratto inedito del movimento di Grillo, ben lontano dagli interessati stereotipi diffusi a piene mani, senza contraddittorio, dai Megamedia odierni. Molte cose di quanto spiega sono condivisibili e condivise, altre ancora saranno probabilmente oggetto di discussione più avanti. Questo è almeno quello che ci auguriamo. Inoltre, i suoi argomenti aprono le porte ad ulteriori considerazioni in merito alle prospettive politiche future del nostro paese. C’è solo da augurarsi che il M5S faccia veramente piazza pulita dei vecchi partiti, soprattutto del Pd – la cosa più orribile mai vista in vita nostra -, e porti una ventata d’aria fresca nella palude italiana. Il dibattito comunque è aperto e per parte nostra contiamo di intervenirvi quanto prima.
PERCHE’ VOTARE M5S ALLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE
di Marina Minicuci (marina.minicuci@gmail.com)Votare il Movimento 5 Stelle (M5S) alle prossime elezioni europee è l’asso nella manica per rovesciare il tavolo dei bari. Un’occasione che non si ripeterà più nella vita di molti di noi. Tutti i bari di questa immobile burocrazia lottizzata stanno seduti al tavolo insieme (Tsipras è uno specchietto per le allodole del PD così come la riserva indiana di Civati) e la loro unione fa la loro forza. Se loro sono forti perché sono uniti, il popolo deve fare altrettanto: unirsi per avere la forza di mandarli a casa. Non si tratta di combatterli o abbatterli con rivoluzioni cruente, basta non votarli più, basta che il paese decida di non essere più asservito alle oligarchie nazionali e internazionali, che smetta di essere servo e complice di questo immane disastro e capisca che più li si legittima con il voto più devasteranno e distruggeranno il paese che ogni generazione ha il dovere di proteggere per i propri figli. Questi energumeni non hanno altro potere che quello che i cittadini gli attribuiscono. Se non li vota più nessuno, non interessano più a nessuno, spariscono dalla nostra vita e smettono di fare danni. Danni enormi, migliaia di morti, suicidi, depressioni, intere famiglie distrutte, la gioia di vivere mutilata a qualsiasi essere umano senziente: questi sono crimini contro l’umanità. Quale fiacchezza morale, tragica confusione, codardia masochistica, parossistico settarismo, mortifero istinto, corrosiva invidia, intime connivenze, ottundimento senile, demenziale snobismo… può impedirci di vedere un’opportunità unica come questa? Il M5S è molto più dell’unica vera opposizione che si sia mai vista nel parlamento italiano da decenni e quindi l’unica concreta possibilità che si introduca un’opposizione (non reazionaria) al parlamento europeo. Il M5S è una sorta di CNL che conduce una lotta di liberazione per riconquistare la democrazia e la sovranità nazionale. L’Italia è distrutta, dobbiamo rimboccarci le maniche e ricostruirla tutti insieme, ma per fare questo prima è necessario ripulire il paese da tutti i detriti e le scorie che lo avvelenano rappresentati in primo luogo dalla classe politica che ci ha portato al disastro sociale ed economico. Il 25 maggio lo possiamo fare con un solo voto. VINCIAMONOI!
UN MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO?
“Se i corrotti fanno dell’unione la loro forza, gli onesti devono fare lo stesso” Lev Tolstoj“O noi o loro” dice Beppe Grillo, perché il M5S non è un partito da sostituire ad un altro, è un’idea di mondo diverso che rifiuta l’attuale capitalismo rapace e vuole costruire una democrazia dal basso, egualitaria e comunitaria, con i diritti umani e l’ambiente al centro delle proprie linee guida. “O vinciamo o andiamo a casa” ripete Grillo. Crediamoci, non scherza. È un indefesso lottatore sociale con un percorso politico coerente iniziato più di trent’anni fa. Basterebbe attuare uno dei pilastri del programma, il reddito di cittadinanza, per cambiare radicalmente il paese. Ciò vorrebbe dire distruggere le lobby, eliminare gli sprechi, rinazionalizzare le imprese (trenitalia, autostrade…) e le banche, tagliare le spese militari e annullare le missioni all’estero, far pagare le tasse alla chiesa… Tutti punti del programma del M5S con i quali si recupererebbero fondi ingenti. Quasi tutti i paesi d’Europa hanno istituito il reddito di cittadinanza, anche se chiamato in differenti modi. I media ci ammorbano con falsi problemi e interminabili sproloqui su questioni accessorie ma non aprono uno straccio di dibattito serio su una questione che è l’ABC dello stato sociale. Il perché si chiama corruzione, la stessa che tiene insieme potentati nazionali ed internazionali, politici locali al loro servizio e media compiacenti. Lo stato sociale italiano – fatte salve le pensioni dei nonni- è rappresentato dal nero, dalle mafie e dalle raccomandazioni. Questo spiega che incompetenti occupino cariche che spetterebbero ad altri che invece magari sono disoccupati o devono fare lavori che nulla hanno a che vedere con la loro formazione. Con tutto quello che ne consegue. È facile capire come se solo si attuasse il reddito di cittadinanza che il M5S si prefigge come primario obbiettivo, il paese ne verrebbe beneficamente sconvolto a più livelli. Milioni di persone sarebbero liberate dalla schiavitù e dal ricatto del capitale con il quale avvelenano la vita delle persone oneste, non si dovrebbe più scegliere fra morire di cancro o lavorare (vedi ILVA) perché come dice Grillo “il lavoro si può perdere, il reddito no”. Il M5S è un movimento rivoluzionario? Per quanto riguarda l’Italia medioevale che ci hanno consegnato le classi politiche votate da molti fin qui, la nostra risposta è sì. Inoltre, una delle 5 stelle del movimento è la lotta per le politiche energetiche: la più importante lotta rivoluzionaria del XXI secolo. Se producessimo individualmente la nostra energia taglieremmo fuori lo Stato e la gran parte delle multinazionali dalle nostre esistenze. Si tratta di trasformare un’economia da XIX secolo in un’economia da XXI secolo convertendo le nostre industrie alla produzione di energia rinnovabile, al riciclaggio dei rifiuti, al terziario e dedicare il resto della forza lavoro alla conservazione e valorizzazione del nostro territorio, in uno dei paesi con il più alto potenziale turistico al mondo; aiutare a crescere e prosperare il made in Italy delle piccole e medie imprese, gli artigiani, i negozianti, gli agricoltori… Favorendo così, fra l’altro, il rigenerarsi di un tessuto sociale ormai quasi completamente distrutto.
BILANCIO DEL PRIMO ANNO IN PARLAMENTO
“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”. Proverbio AraboIn questo primo anno in parlamento il M5S ha tracciato il solco per un cambiamento culturale nel nostro paese. Anzitutto il cambiamento del linguaggio. È bastato introdurre delle persone che possono parlare di contenuti perché hanno un programma che intendono per davvero portare avanti, per riascoltare un discorso logico, cristallino, razionale. Quando non si ha nulla da nascondere l’esigenza è di farsi capire da tutti e non di parlare il politichese della cricca infarcito di locuzioni vuote, menzognere, manipolatorie e discorsi astrusi dai quali si fa fatica a rintracciare il bandolo anche perché spesso non c’è. Una rivoluzione del costume, dopo anni finalmente rivediamo in tv donne e uomini normali, come noi, con la faccia pulita e a volte stanca, invece di energumeni arroganti e volgari siliconate su trampoli da circo spalmate di cerone, piuttosto che decorative signorine senza un pensiero che mandano a memoria la lezione a disco rotto (come le renziane dell’ultima ora e i berluscones della prima). Il M5S ha ridato dignità alla politica, per il momento solo la loro, ma si nota un desiderio di inseguirli su questo terreno che quasi sempre diventa uno scimmiottamento privo di contenuti poiché nella menzogna non si può costruire, ma è comunque un importante esempio per le generazioni che verranno. I parlamentari 5 Stelle sono portavoce di un programma con punti definiti -come abbiamo detto- e di decisioni collettive con il proprio gruppo parlamentare e in rete per quanto non precedentemente stabilito. Ne consegue che a differenza degli altri sanno quel che dicono, dicono quel che sanno e fanno quel che promettono. Costretti ad analizzare minuziosamente faldoni redatti da azzeccagarbugli per scovare gli imbrogli come il decreto IMU utile a svendere la Banca d’Italia all’insaputa dei cittadini o il decreto sul femminicidio che serviva a comprare caccia bombardieri; a fare un duro ostruzionismo per bloccare la modifica dell’articolo 138 (revisione della carta costituzionale) e smascherare la cricca delle clientele: dai lobbisti che dettano legge in parlamento, alla defiscalizzazione del gioco d’azzardo, fino alla madre di tutte le truffe, il TAV. Senza contare che una vera opposizione come non si vedeva da decenni ha costretto il PD e il PDL e frattaglie varie a questi coalizzate, a squarciare il velo dei finti schieramenti di destra e di sinistra e dimostrare, semmai si fosse potuto avere ancora qualche dubbio, che l’uno e l’altro pari sono. Per combattere il M5S non gli è rimasto che unirsi nelle “grandi intese” visto che non bastava più neppure avere tutto il potere, l’informazione e il denaro dalla propria per riuscire ad ingannare la maggioranza dei cittadini. “Il miglior politico è quello che lascia dietro di sé una generazione di giovani migliori di lui” è la bella frase del grande Mujica presidente dell’Uruguay che vale anche per ogni genitore. Nessuna persona onesta potrà negare quanto sia stato sorprendente -non era per niente scontato- vedere la bravura di questi giovani del M5S prestati alla politica. Come hanno imparato in fretta, con quale competenza, rettitudine e rigore lavorano e si esprimono. Questo è uno dei più grandi meriti di Grillo. Tutti i politici della Repubblica italiana hanno lasciato dietro di sé generazioni peggiori della propria. Tiriamo due conti. È chiaro che tutto questo per quanto importante non basta. Avere la forza di cambiare radicalmente il paese vuol dire prendere un voto più degli altri partiti. Pensa se quel voto fosse il tuo.
M5S PER PRINCIPIANTI: COLLABORARE VERSUS COMPETERE
Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci. Mahatma GhandiLe critiche al M5S, anche quelle condivisibili e in buona fede, denotano quasi sempre una cattiva conoscenza storica del movimento. Accanirsi sull’ultima intervista rilasciata da Casaleggio -per citare solo l’esempio più recente di varie contestazioni lette- o su una battuta estemporanea di Grillo per squalificare tutta una storia senza appello e in modo aggressivo è, a voler essere generosi, insensato. Contraddizioni ed errori sono inevitabili in un processo di costruzione che non ha termini di paragone in Italia e in Europa. Il M5S si è dotato fin dalla sua nascita di alcuni principi fondamentali che sono pochi, chiari, precisi ma inderogabili. Sono i pilastri, le fondamenta, su cui poggia il movimento. Poi ci sono le questioni che sorgono e si devono affrontare di tempo in tempo e che possono essere fonte di aggiustamenti o incertezze anche perché le decisioni sono collettive e orizzontali. Così sono nati ormai otto anni fa i meet-up, centinaia di gruppi autonomi e formati da decine di individui, che si organizzano in rete e poi si incontrano, una sorta di soviet post moderni. Si lavora sul territorio, si discute in rete e si votano le cose da fare. I gruppi sono completamente autonomi, Grillo fa da cassa di risonanza quando constata nel tempo che le persone sono affidabili e portano avanti i progetti intrapresi. Il blog mette in rete tutte queste realtà autonome e radicate sul territorio e conferisce loro forza nazionale. Lotte contro la privatizzazione dell’acqua, la cementificazione, le basi NATO, il TAV… Poi ci sono i gruppi che lavorano sul territorio, a Roma, per esempio, ce n’è uno per ogni municipio; ma ci sono anche i cosiddetti tavoli di lavoro: cultura, scuola, ambiente, salute… e tutti questi lavorano di concerto con gli eletti e con gli iscritti che vogliono dare il loro contributo. “Se non avete intenzione di impegnarvi in prima persona nel M5S non dateci il vostro voto”, non è una boutade, vediamo perché Grillo dice sempre questa frase. Nella democrazia rappresentativa andiamo alle urne mettendo una croce sulla sigla di un partito, gli stiamo consegnando il maggior bene che possiede un cittadino, come in un patto fra galantuomini: loro ricevono l’autorità e il potere di trasformarlo in servizi e se tale conversione non avviene significa che siamo stati truffati. Quando gli eletti disattendono le loro promesse ci troviamo impossibilitati a fare alcunché e questo invariabilmente accade. Grandi promesse prima delle elezioni e grandi fregature dopo. La democrazia diretta o partecipativa o in rete (non importa come la vogliamo chiamare perché non si rifà a uno schema preciso) che propone il M5S vuole evitare questo. Vediamo come. Anzitutto attraverso la partecipazione cittadina e l’organizzazione comunitaria che sono facce di una stessa medaglia. Il M5S non è un partito con la consueta struttura gerarchica, ma è una comunità e la prima cosa che fa una comunità è condividere, la condivisione è alla base di qualsiasi coscienza pubblica e politica. Collaborare versus competere. I pentastellati lavorano in gruppo, si organizzano in meet-up e sul territorio, portano le proprie istanze in rete, lì le discutono con gli altri iscritti interessati e poi le votano, consegnandole infine agli eletti che si fanno carico di promuoverle in parlamento o nei comuni di elezione. Inoltre, se gli eletti (che non a caso sono denominati portavoce) non rispettano i patti con gli elettori possono essere sfiduciati dal territorio che li ha votati e dalla rete e sollevati dall’incarico. I programmi non sono mai calati dall’alto ma condivisi. Grillo non interviene sul lavoro dei gruppi ma ne è il megafono ed è colui che garantisce che siano rispettati quei pilastri su cui il M5S si fonda; scrive con Casaleggio tutti i giorni sul blog, denunciando fatti e misfatti della cleptocrazia italiana (e non solo), ed è del tutto evidentemente un vero capo carismatico, “un rabdomante dell’informazione”, come si definisce lui; una persona dotata di grande empatia, lucidità e generosità. Il blog è il punto d’incontro della comunità pentastellata e deposito di filmati, articoli e informazioni sui vari temi d’interesse ed ha anche una web tv “la Cosa” che però non è ben sfruttata. I gruppi locali si organizzano anche per proporre corsi gratuiti di vario genere (software libero, economia e finanza, permacultura…) o dibattiti organizzati da esperti per approfondire gli argomenti su cui il M5S imposta le proprie battaglie: ambiente, energie rinnovabili, rifiuti zero, salute, UE… Come saprete gli eletti con il M5S possono fare solo due mandati e il loro stipendio è dimezzato, ad ora hanno restituito 42 milioni di rimborsi elettorali destinandoli ad emergenze sociali. Il M5S non si avvale del finanziamento pubblico ma si autofinanzia attraverso le offerte degli iscritti. Anche il blog www.beppegrillo.it si autofinanzia con la pubblicità ma con una black list che esclude una lunga lista di investitori e una parte destinata al movimento che non accetta pubblicità. Si capisce quindi che il M5S ha una struttura in divenire e pertanto non potremmo dire adesso con certezza quale sarà la forma definitiva che prenderà, ma possiamo dire che prenderà la forma che tutti noi gli sapremo dare. È un edificio in costruzione dove sono stati piazzati alcuni solidi pilastri in un’area incontaminata e fertile, è stato acquisito un ottimo materiale di costruzione ma adesso la casa la dobbiamo realizzare tutti insieme, mattone dopo mattone ed è a questo che si sta lavorando con entusiasmo. Tutti gli iscritti e gli elettori e tutti coloro che si sentono di dare suggerimenti rispettosi e sereni saranno i costruttori della casa pentastellata.
CRITICHE e MALDICENZE, MANOVRE e (PRESUNTI) COMPLOTTI
Per essere membro irreprensibile di un branco di pecore bisogna innanzitutto essere pecora. Albert EinsteinNon abbiamo intenzione di fare la lista delle menzogne sul M5S anche perché ne verrebbe fuori la Treccani della manipolazione mediatica. Prenderemo in esame solo alcune delle critiche più diffuse e pure qualcun’altra. Chi dice che questo è un partito padronale dovrebbe aver trovato la risposta nel capitolo “M5S per principianti” e anche nella questione della depenalizzazione del reato di clandestinità, per esempio, dove si è dimostrato come un primo parere di Grillo sia stato smentito dal voto in rete e dalla maggioranza dei parlamentari. Fanno un sacco di soldi con il blog. La pubblicità nel blog è stata introdotta solo a metà del 2012 quando s’è visto che la “Casaleggio Associati” stava per chiudere i battenti a causa degli ingenti costi di gestione del blog e di tutti i canali ad esso collegati. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di uno dei blog più visitati al mondo malgrado sia in un idioma che non va certo per la maggiore. Nella marcescente Repubblica italiana delle cricche politico-mafiose-imprenditoriali fare le pulci a gente irreprensibile che ha restituito 42 milioni di euro in un anno e non prende un centesimo dallo Stato denota malafede e meschineria. La parola giustizia per taluni è diventato giustizialismo, per altri populismo di cui Grillo è regolarmente tacciato con spregio. Populismo nel suo originale significato vuol dire “dalla parte del popolo”, la sua accezione soprattutto nell’italico politichese è priva di significato e serve solo a screditare l’avversario. Giustizia è la parola più bella del mondo perché in un mondo giusto tutti avrebbero cittadinanza e nessuno avrebbe bisogno di fare la carità e soprattutto di subirla. Definirsi né di destra, né di sinistra è visto con sospetto e lascia spazio a qualsiasi cialtrone che può dire la sua contro ogni evidenza. Così ci sono quelli, sovente ottuagenari, che ci vedono il fascismo quando non il nazismo che hanno vissuto. È impossibile discutere su un piano irrazionale, dove non c’è una prova che sostenga tali affermazioni e anzi tutto va in senso contrario.Le cose si possono vedere da diversi punti di vista (meglio sarebbe guardarle in faccia) ma hanno sempre una loro oggettività che è assente in tali affermazioni. Si è uniti nell’impegno di rifondare un’Italia onesta e felice, senza lasciare nessuno indietro e questo implica che non si creino conflitti fra categorie di persone o ceti sociali, tutti sono ben accetti se condividono la carta dei principi del M5S. La pluralità e la diversità sono anche la ragione del successo trasversale. E poi, a ben vedere, come avrebbero dovuto definirsi? Parlare di socialismo in Italia vuol dire parlare di Craxi e dove ha portato quella storia, se non di Mussolini prima maniera. Nell’immaginario i comunisti sono dei politicanti con idee antiquate e inconcludenti. D’altronde tutte le volte che sono stati al governo hanno dimostrato ambiguità, ipocrisia (sventolano le bandiere della pace alle manifestazioni e poi votano le missioni di guerra al governo) e genuflessione all’imperialismo e al capitalismo che a parole dicono di volere combattere. Smarcarsi da tutto ciò era ed è imprescindibile per un successo elettorale di questa portata. Si suppone che ci saranno anche tattiche per allargare ancora il bacino elettorale (onesti sì, ma non fessi), come qualche ammiccamento di Grillo ai voti della Lega. Fa schifo? Beh sì un po’, ma l’ammiccamento è ai voti non alla Lega. Ci sono strategie che un movimento con l’ambizione di governare il paese deve perseguire. Non è un movimento anticapitalista. Su questo punto il dibattito è aperto anche all’interno del movimento. Se stiamo ai fatti, il M5S sta perseguendo tutti quei punti che la finta sinistra radicale ha sempre dichiarato di voler attuare e mai attuato quando ne ha avuto l’opportunità. Ma il M5S ha capito che viviamo nel XXI dove la cultura proletaria è residuale e parlare al proletariato è diventato anacronistico. Persino la maggior parte dei precari e salariati ha aspirazioni e timori borghesi (lo diceva già Pasolini negli anni sessanta) quindi è soggetta ad una cultura borghese. Oggi la disparità di mezzi e di forze fra capitale e proletariato è tale da affossare qualsiasi sogno di rivolta pacifica. Se un movimento, vedi G(8)enova, si pone in palese contrasto con le regole del capitale viene distrutto con la violenza e il logoramento e la conseguenza non è la sua moltiplicazione ma la sua scomparsa. Dunque vediamo che con il linguaggio e il discorso della sinistra del XX secolo non si può sperare di spostare una virgola negli equilibri nazionali. La questione oggi è anche trasformare l’economia del paese -come anzi detto- per esempio passare dai fossili alle energie rinnovabili, altri paesi lo stanno facendo da vent’anni. Non c’è altro modo per riprendersi la sovranità nazionale, evitare le guerre ecc. Detto ciò conveniamo che se il M5S dovesse prendere la fisionomia di un capitalismo “buono” sarebbe un disastro dato che sappiamo come sono finite quelle esperienze nella storia. Ci sono poi posizioni minoritarie che vorrebbero il M5S utilizzato come un falso veicolo di contestazione che vuole portare la protesta della massa di italiani scontenti su binari innocui per il vero potere. Non possiamo prendere in considerazione questa ipotesi almeno fino a quando gli autori della medesima – e li invitiamo a farlo per aprire il dibattito- non ci faranno conoscere indizi o prove delle loro affermazioni. Sulle congetture non si può discutere. Tuttavia questo ci dà l’opportunità di dire che non dubitiamo che sul M5S si saranno già addensate manovre come minimo volte a riportarlo sui binari della normalizzazione, quando non veri e propri tentativi di destabilizzazione. La nostra condizione di latente colonia statunitense non è un’invenzione di menti paranoiche ma un fatto storico accertato. Qualche settimana fa Obama si è scomodato a farci visita per dirci che “la libertà non è gratis” e gli ha fatto immediata eco il fedele ancorché anzianotto valletto Napolitano sentenziando “basta con i tagli immotivati”, non abbiamo certo pensato si riferisse a sanità, scuola o precariato. I due messaggi in codice erano destinati al M5S per la loro battaglia sul taglio delle spese dei cacciabombardieri F35, come Grillo non ha mancato di rilevare. D’altronde, se così non fosse, ovvero se il M5S non facesse paura al potere economico-politico-mafioso, questo sì che sarebbe realmente preoccupante. Contiamo nella vigile rettitudine del capo carismatico e di quello “informatico” e di tutti noi che teniamo ben alta la guardia; nella natura orizzontale del movimento e nella struttura non gerarchica che non consente facili “infiltrazioni” secondo le note e logore tecniche; ma soprattutto confidiamo che ai nove milioni di cittadini delle elezioni politiche se ne aggiungano tanti altri. Più saremo e meno rischi correremo, o quantomeno meglio li sapremo arginare. Infine, pensiamo che è grazie al M5S che ha incanalato tanta rabbia se in Italia non è nato un movimento reazionario xenofobo e razzista, come in altre parti d’Europa, dove ormai tutte le contestazioni al sistema da rapina della UE provengono dall’estrema destra reazionaria, mentre le finte sinistre sono completamente allineate. Una situazione davvero preoccupante che ci riporta agli anni che precedettero i totalitarismi in Germania e Italia accompagnati da tutta la loro sequela di orrori. Se il M5S dovesse fallire le cose per noi potrebbero andare molto peggio di adesso. Anche per questo siamo lieti che vada un robusto gruppo italiano del M5S al parlamento europeo e speriamo che sia democraticamente contagioso anche per altri paesi, per una volta meno fortunati di noi. Un gruppo pentastellato che se farà quello che sta facendo al parlamento italiano, come minimo restituirà al nostro paese dignità e rispetto.
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